Massimiliano Polselli
In riferimento ai paragrafi 98-110 della
Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in Compendio
La verità dell’Essere non è né la Qualità pura né la Quantità pura ma è la Qualità che passa nella Quantità (§ 98), ed è anche, come abbiamo visto concludendo il commento dei §§ 105 e 106, la Quantità che passa inversamente nella Qualità; di sicuro quindi non la Qualità astratta dell’inizio, ma la Qualità in quanto contenente in sé la Quantità a cui si trova perciò unita. Questa unità della Quantità e della Qualità è la Misura, che è anche la verità concreta dell’Essere. La Misura è dunque, come vedremo, una Qualità quantificata, ossia una Qualità dotata di una Quantità determinata che gli è propria o, inversamente, un Quantum qualificato. Nonostante, nella sua immediata genesi logica, la Misura nasca dal passaggio del quantitativo al qualitativo, è nondimeno la seconda formulazione che si impone di preferenza. La Misura, unità della Quantità e della Qualità, è così il Quantum qualitativo. Ma la Misura è una categoria dell’Essere; essa è dunque, almeno nel suo sorgere primario, l’unità essente o immediata del quantitativo e del qualitativo. È per questo che essa è il Quantum qualitativo dapprima in quanto immediato. Questo “dapprima” implica che, nei paragrafi successivi, questa immediatezza del Quantum qualitativo e, correlativamente, della Misura stessa andrà scomparendo. Ma, prima di giungere a questa sparizione, vediamo in cosa consiste questa immediatezza del Quantum qualitativo. Essa consiste in ciò: nella Misura, tale come nasce qui, la Quantità e la Qualità sono unite inseparabilmente ma conservano, al tempo stesso, una relativa indipendenza dato che non sono esplicitamente identificate, come invece esigerebbe il Concetto compiuto della Misura, né tantomeno poste come momenti di un processo che le medierà assolutamente. Semplicemente, la Misura è qui, inizialmente, un Quantum al quale è legato un Essere-là o una Qualità[1]: essa è una certa Quantità di qualcosa, una certa determinazione quantitativa in connessione con una certa natura qualitativa. Se si cerca un esempio extralogico di questa connessione, si può pensare al legame, nel mondo fisico, tra la temperatura dell’acqua, la sua quantità di calore, e la sua natura qualitativa, solida, liquida o gassosa. Nella Misura, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, Qualità e Quantità sono riunite, ma riunite in una unità immediata. Per questo, la differenza che le separa (differenza che abbiamo evocato commentando il termine “immediato” del § 107) sorge in esse in una maniera altrettanto immediata: vale a dire che, conformemente a un movimento che sarà affrontato nel § 117 della dottrina dell’Essenza, la differenza decade, in ragione della sua immediatezza, a livello di una semplice diversità in cui, ciascuno dei termini differenti, in luogo di essere interamente relativo all’altro, come è il caso della vera differenza, e per sé ciò che è e dimora, almeno parzialmente, indifferente riguardo alla sua relazione, conseguentemente estrinseca, all’altro. In breve, in questa differenza immediata che è la loro, Qualità e Quantità sono contemporaneamente legate e non legate in seno al Quantum specifico, ossia al Quantum qualitativo o alla Misura[2]. Dunque, specifico che sia, il Quantum qualificato gode, come Quantum, di una relativa indipendenza e introduce così nella Misura una parte dell’indeterminazione propria della Quantità. Il Quantum specifico è in questo senso[3], da una parte, semplice Quantum e, da questa prospettiva, l’Essere-là o la Qualità che è legata a questo Quantum è suscettibile di un aumento e di una diminuzione della sua determinazione quantitativa senza che questo equilibrio della Qualità e della Quantità che è la Misura sia perciò stesso soppresso. In queste condizioni la Misura non è soppressa: in questo senso, essa non è che una semplice REGOLA che contiene i due elementi della Misura nel loro momento di differenza immediata e di esteriorità reciproca[4]. Per quanto sia poco stretto, il legame tra Qualità e Quantità nella Misura immediata, è comunque un “legame” e, come tale, impone dunque un limite all’indifferenza della determinazione quantitativa all’interno del Quantum specifico. Se dunque questo è, da una parte, un semplice Quantum e, come tale, è suscettibile di un aumento o diminuzione che lascia intatto l’equilibrio metrico[5], d’altra parte, la variazione o, più letteralmente, l’alterazione (Veranderung)[6] del Quantum è comunque anche un’alterazione della Qualità corrispondente e, pertanto, trascina con sé la soppressione dell’equilibrio metrico[7]. Nel caso del Quantum specifico di cui ci occupiamo qui, l’alterazione del Quantum è anche, a un certo punto, un’alterazione della Qualità specificante e perciò una trasgressione della Misura primitiva. Questo eccesso, nel senso più etimologico della parola (ex-cedere), questa trasgressione (trans-gredi), questa maniera di “oltre-passare” l’equilibrio metrico sono designati nel § 109 dal termine Masslos che noi tradurremo con la locuzione “Senza -Misura”[8]. Il SENZA-MISURA è dunque principalmente questo fatto, per una Misura, d’andare-al-di-là-e-sopra la sua determinazione qualitativa grazie a e dalla prospettiva della diversità della sua natura quantitativa[9]. Il Senza-Misura è questo all’inizio e ciò implica che, in un secondo tempo, il Senza-Misura sia anche altro. In effetti, la dismisura consiste nell’introduzione di un nuovo rapporto quantitativo tra quel tipo di Qualità e il Quantum corrispondente[10]. Quest’altro rapporto quantitativo è ben dis-misurato in comparazione al precedente, è il Senza-Misura del primo. Esso non ha tuttavia la dismisura astratta né l’assenza di misura proprie del Quantum puro indifferente alla Qualità. Di fatto, il nuovo rapporto quantitativo appartiene sempre all’ordine logico della Misura e non è dunque, come sembra inizialmente, un Senza-Misura puro e semplice, una trasgressione astratta e assoluta dell’equilibrio metrico; in breve, quest’altro rapporto quantitativo è anch’esso, come il primo, altrettanto qualitativo e determina altrettanto bene una Qualità. Così il Senza-Misura è ugualmente una Misura, un legame altro, ma comunque un legame, di una Qualità e di un Quantum. Si hanno così due trapassi[11]: uno, della Qualità nel Quantum, l’altro, del Quantum nella Qualità. Non si tratta qui, come sarà il caso del § 111, del passaggio generale della Qualità nella Quantità e viceversa, a livello di ogni Logica dell’Essere, ma solo della predominanza alternata dell’aspetto qualitativo e quantitativo nel processo della Misura così come è stato descritto nelle prime due frasi del paragrafo. C’è infatti un trapasso della Qualità nel Quantum anche se una Misura, in ragione della sua natura quantitativa, trasgredisce la sua determinazione qualitativa ed entra provvisoriamente in un ordine in cui, essendo stata oltrepassata la Qualità, la variabilità quantitativa, continua e indifferente, prende il passo sulla discontinuità e l’Essere-per-sé della determinazione qualitativa (prima frase del paragrafo). C’è poi un trapasso inverso del Quantum nella Qualità per quanto, essendo il nuovo rapporto quantitativo così introdotto anche qualitativo, la variazione quantitativa progressiva lasci in seguito il posto a un salto qualitativo, determinando così il sorgere di un nuovo equilibrio metrico qualitativamente specificato (seconda frase del paragrafo). Ma questo nuovo equilibrio misurato è minacciato, anch’esso, dall’indeterminazione latente contenuta nel suo aspetto quantitativo la cui natura è quella di oltrepassarsi. Per questa via è rintrodotto il Senza-Misura, il quale, tuttavia, è ugualmente Misura, ecc. In breve, questi due passaggi, della Qualità nel Quantum e di questo ultimo nuovamente in quell’altra, possono di nuovo essere rappresentati come PROGRESSO INFINITO[12], per il fatto che, nel Senza-Misura, nel senso complesso indicato qua sopra, la Misura, così come l’abbiamo appena vista, si sopprime e si restaura in un’alternanza indefinita di cui ci si può dare intuizione nell’immagine di una riga nodale dove, lungo una progressione quantitativa continua, indifferente alla misura e de-misurata, nascono e scompaiono indefinitamente dei nodi qualitativi corrispondenti a delle misure specifiche[13]. La portata speculativa ultima di questo nuovo Progresso all’Infinito sarà spiegata nel paragrafo seguente con il suo commento. L’intelligenza delle ultime righe del § 109 si troverà così approfondita. Come il § 95 ha fatto per il Progresso qualitativo all’Infinito e il § 105 per il Progresso quantitativo all’Infinito, il § 110 mostra ciò che si produce di fatto nel processo indefinito della Misura e del Senza-Misura. Il Progresso all’Infinito è, in effetti, sempre il mimo impotente di un Infinito vero che si sforza di raggiungere a partire dai dati, ostinatamente contraddittori, della sfera precedente. Ciò che accade è dunque questo. La Misura in quanto tale, la Misura in quanto Quantum specifico, così come l’abbiamo descritta nel commento ai §§ 107 e 108, è ancora immediata, benché essa sia già la verità concreta dell’Essere[14]. Dunque, e questo è nuovo, nel Progresso infinito della Misura, l’immediatezza che appartiene ancora alla Misura in quanto tale è soppressa. Come mai?La Misura in quanto tale è l’unità della Qualità e della Quantità. Ora, la Qualità e la Quantità esse stesse sono in questa (la Misura), all’inizio, in quanto immediate. Non è solo l’unità metrica che è immediata. Sono anche i suoi due momenti costitutivi, la Qualità e la Quantità che, in essa, sono dapprima immediati, ossia riuniti sì, ma senza che uno sia posto e assolutamente mediato dall’altro e senza che l’uno e l’altro siano posti e assolutamente mediati dall’unità, essa stessa immediata, della Misura. Questo perché la Misura è solo la loro identità relativa. È la loro identità poiché è la loro unità immediata, ma non la loro identità assoluta perché essa è la loro unità immediata (§ 108). È solo la loro identità relativa: la Qualità è un Essere-là immediato che accompagna e al quale è legata una Quantità data. Come abbiamo visto nel § 108, la differenza che è contemporanea a questa identità immediata è essa stessa immediata, essa non è la differenza assoluta di ciò che si identifica assolutamente (§ 120), ma solo la diversità di ciò che è connesso con un’altra cosa senza essergli pienamente identificato. Ma la Misura, identità immediata di una Qualità e di una Quantità esse stesse immediate, la Misura, diciamo noi, mostra da se stessa che essa si sopprime e si rinnega nel Senza-Misura (in das Masslose)[15]. In esso, la Misura trova cioè la sua negazione, la negazione della sua coincidenza immediata con sé e la negazione della consistenza immediata dei due momenti costitutivi di cui essa è l’equilibrio immediato. Congiuntamente, la Misura mostra da se stessa che, per tutto ciò, in questo Senza-Misura che è la sua negazione ma, come abbiamo visto nel § 109, è esso stesso la sua propria negazione, ossia una Misura, cioè unità della Quantità e della Qualità, essa non fa che unirsi con se stessa (mit sich selbst zusammengehen ) e così si continua e si riunisce con sé nel suo altro. La sua trans-izione nel Senza-Misura è dunque anche la sua infinita co-izione con sé[16]. Hegel ha sottolineato le parole mit sich selbst, “con se stessa”. Questo è un modo di sottolineare che, nel e attraverso il processo indefinito della Misura e del Senza-Misura, una Misura fondamentale si trova, un sostrato costante della Qualità e della Quantità persiste, poiché il passaggio da una Qualità specifica a un’altra si accompagna solamente con l’alterazione quantitativa di un rapporto quantitativo, ossia con un’alterazione esteriore e indifferente che lascia in perfetta coincidenza con se stessa questa unità fondamentale. Questa, come un sostrato, si continua in se stessa infinitamente nel e attraverso lo scambio e l’alternanza di queste modificazioni superficiali, di questi stati passeggeri che sono le diverse misure immediate nascenti sul fondo di questo sostrato identico che, pertanto, in esse si differenzia[17]. Questa base permanente che non è essa stessa più alcunché di immediato, ma si restaura anzi senza sosta, restando così assolutamente indifferente agli stati passeggeri che si producono come su una sua superficie, o meglio, questo fondamento costante (Grundlage) che afferma la sua continuità e la sua coincidenza con sé tramite la negazione di tutte le determinazioni dell’Essere (qualitative, quantitative e metriche) nelle quali si nega esso stesso mentre si differenzia in loro, questo è il vero Infinito, l’affermazione come negazione della negazione, che si annuncia in seno a e al di là di tutte le determinazioni immediate dell’Essere, che siano qualitative, quantitative o metriche. Questo fondo identico e indiscernibile che traspare attraverso tutte le determinazioni immediate dell’Essere pur trascendendole tutte, è il vero In-Finito, il vero Senza-Misura, l’Im-Menso, il non misurabile, l’assolutamente incommensurabile rispetto a ogni determinazione immediata dell’Essere, fosse metrica, in cui traspare; è la Misura essenziale, che trascende ogni misurazione immediata, Misura essenziale che il Progresso all’Infinito della Misura immediata designa indefinitamente come il suo vero.
[1] Noi sottolineiamo il verbo “è” per mettere in evidenza l’immediatezza di questo legame di cui abbiamo parlato. Il termine “legato” designa ugualmente nella lingua hegeliana un’unità relativamente indeterminata.
[2] Sull’identità di significato tra “qualitativo” e “specifico” in questo contesto, si veda L. I, 346c, Pr. II, 2, § 30. Il Quantum specifico è, in effetti, quello che è legato a una “specie”, una “natura” o una “qualità”.
[3] “In questo senso” rende il tedesco insofern. La traduzione più esatta sarebbe “in questa misura”, ma nel contesto in cui ci troviamo, questa traduzione, sebbene esatta, genererebbe tuttavia della confusione.
[4] Supponiamo, per prendere un esempio tratto dalla politica, che si scegliesse come illustrazione di un regime davvero democratico quella piccola città greca del periodo classico avente quelle dimensioni e comportante quel numero di abitanti. Una certa qualità (ad esempio, la natura democratica di quello stato) si trova qui legata a una certa quantità (le dimensioni del territorio e la densità di popolazione). Tuttavia, questo legame è inizialmente abbastanza debole affinché il territorio e la popolazione possano raddoppiarsi, triplicarsi ecc. , senza che la natura qualitativa del regime politico venga per questo modificata. In queste condizioni cioè, la piccola città greca che è servita come punto di partenza per la valutazione delle altre città più grandi è, relativamente a queste, una semplice regola, un campione esteriore utile come unità di misura e che queste altre città conterranno un certo numero di volte, due volte, tre volte ecc. Quella città, della stessa natura politica della città di base, sarà semplicemente due o tre volte più grande di questa.
[5] “Metrico” è semplicemente l’aggettivo che si ricava dal sostantivo “Misura”.
[6] Rinviamo in proposito al commento del § 92, nota 7.
[7] Per riprendere l’esempio appena proposto, una piccola città greca può diminuire o aumentare impunemente in superficie o in popolazione entro certi limiti senza che l’equilibrio misurato della sua costituzione politica venga per questo minacciato, ma giunge tuttavia un momento in cui questo aumento o diminuzione sono tali da distruggere quell’equilibrio e/o quella misura, modificando così la natura qualitativa di quel gruppo che, di conseguenza può pertanto trasformarsi in qualcosa d’altro: uno stato politicamente più complesso, una clan familiare o una libera associazione.
[8] Si potrebbe anche tradurre, con maggiore o minore felicità, “Essere-Senza-Msura”, “smisurato”, “im-menso”, immisurabile”, “incommensurabile”. Queste traduzioni connotano ciascuna una sfumatura diversa da un punto di vista concettuale e ciascuna gode pertanto di una sua verità e di un certo interesse. Vedremo in che modo più avanti. Per adesso preferiamo adottare una traduzione neutra e polivalente che tutto permette e nulla esclude.
[9] “Andare-al-di-là-e-sopra” rende il più letteralmente possibile il tedesco Hinausgehen über. Con “grazie a e dalla prospettiva” abbiamo invece voluto rendere al meglio il durch tedesco.
[10] Introducendo al § 105 la categoria logica di “rapporto quantitativo”, Hegel stesso ha sottolineato il sostantivo “rapporto” e non l’aggettivo “quantitativo”. Da ciò inferiamo che il rapporto quantitativo non debba essere preso sempre strettamente, come al § 105, nel senso di un rapporto, qualitativamente determinante, tra due quanta. Invero, potrebbe trattarsi più generalmente e in maniera abbreviata, di un rapporto tra una Qualità e un Quantum, rapporto che è detto “quantitativo” perché l’alterazione del rapporto, tanto quanto il suo mantenersi, dipendono dalla variazione o dalla permanenza del suo aspetto quantitativo. Così, per esempio, in un blocco di ghiaccio, il tipo determinato di questo Essere-là qualitativo che è dell’acqua, cioè il tipo solido, è legato a quel quantum che è il grado di temperatura; a un nuovo rapporto quantitativo (una temperatura più elevata) tra la “qualità” acqua e la quantità di calore, corrispondono, a certi punti, le temperature di 0 e 100 gradi, altri tipi di questa qualità, quello liquido e quello gassoso. Se tuttavia si crede di dover intendere il rapporto quantitativo di cui parla Hegel qui nel senso stretto di un rapporto, qualitativamente determinante, tra due quanta, si noterà che una qualità è comunque legata al rapporto tra molteplici aspetti quantitativi. In questo senso, la qualità sonora emessa da uno strumento a corde dipende, per esempio, dal rapporto quantitativo tra due quanta che sono la lunghezza delle corde da una parte, e il volume della cassa di risonanza, dall’altra. Si noti infine che specifichiamo il testo di Hegel parlando di un certo “tipo di qualità”. Con questa espressione vogliamo dire che il salto qualitativo introdotto dalla variazione quantitativa della Misura ha luogo, reale e discontinuo che sia, tra qualità apparenti. Su un violino, per esempio, si passa dal do al sol ma non dal do a una qualità morale.
[11] Si ricordi come “trapasso” (Übergehen) sia un termine caratteristico della Logica dell’Essere. Cfr. § 84.
[12] L’avverbio wieder, presente nella frase che stiamo commentando, può essere rapportato altrettanto bene a jene e a als unendlicher Progress. Noi preserviamo queste due altre possibilità traducendolo due volte nel nostro commento: una con “nuovamente” e l’altra con “di nuovo”. Ecco il testo tedesco: “welche beiden Übergänge von Qualität in Quantum und von diesem in jene wieder als unendlicher Progress vorgestellt werden können”.
[13] Sebbene il Numero puro possa illustrare una categoria della Misura, si ha un esempio di tale linea nodale nella serie dei numeri naturali in cui, lungo tutta la progressione e la regressione aritmetiche indefinite da un numero all’altro, si producono dei momenti qualitativi specifici come l’apparizione o la sparizione, all’infinito, dei numeri primi. Es. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17 = linea nodale —–*—–*———*——–*—–*——–*—–*
I migliori esempi sono tuttavia, qui come altrove, quelli che sono improntati alla logica stessa. È così che nel Logos stesso una Qualità è sempre legata a un Quantum determinato. Per esempio, la Qualità dialettica del discorso logico è legata alla forma della triplicità. O ancora, il percorso di un certo numero di determinazioni logiche in una sfera determinata si accompagna al passaggio a un’altra sfera qualitativamente differente. Ciascuna delle categorie principali della Logica (Qualità, Quantità, Misura ecc. ) costituisce così una sorta di salto qualitativo lungo la linea nodale formata dalla serie estensiva o quantitativa delle diverse determinazioni del Logos. In questa maniera, lo sviluppo logico fornisce esso stesso un esempio chiaro di equilibrio metrico. L’“Essenza” del logos si trova nondimeno, come vedremo presto, al di là degli aspetti qualitativi, quantitativi o metrici improntati alle categorie dell’Essere immediato: in breve, l’Essenza del pensiero non si esaurisce nell’immediatezza dell’Essere e delle sue proprie determinazioni.
[14] Si veda il nostro commento ai §§ 107 e 108 dei termini “immediato” e “immediata”.
[15] Cfr. § 109. In quest’ultimo paragrafo Hegel aveva parlato della soppressione della Misura im Masslosen, nel Senza-Misura (al dativo), vale a dire al cuore del Senza-Misura. E questo per una doppia ragione linguistica e speculativa: linguistica perché il “Senza-Misura” doveva essere anche il complemento del verbo Wiederherstellen (restaurare) che esige qui in col dativo; speculativa perché il movimento della Misura è visto qui a partire e in seno al Senza-Misura. Nel nostro paragrafo, di contro, il § 110, la Misura immediata è detta sopprimersi in das Masslose , nel Senza-Misura (all’accusativo) e ciò è sia grammaticalmente corretto che speculativamente giustificato dal fatto che il movimento della Misura è colto qui come il passaggio della Misura immediata nel Senza-Misura; è solo in seguito che il Senza-Misura verrà considerato come il luogo in cui (in diesem = in + dativo) la Misura viene a congiungersi con se stessa.
[16] Si veda il nostro commento al § 95.
[17] Cfr. L. I, 384c-387a.